La sanificazione ad ozono nel settore lattiero-caseario elimina microrganismi da ambienti, attrezzature e aria, prolungando la shelf life senza residui chimici.
La mastite clinica è una malattia comune e costosa nelle mucche da latte, solitamente trattata con antibiotici, che possono lasciare residui nel latte.
Uno studio pubblicato dal Journal of Veterinary Medical Science ha testato l'infusione di ozono direttamente nella mammella infiammata di 19 mucche Holstein. Di queste, 15 sono state trattate con ozono e 4 con antibiotici. I risultati hanno mostrato che il 60% delle mucche trattate con ozono è guarito senza bisogno di antibiotici.L'ozono si è dimostrato efficace, sicuro, economico e senza rischio di residui nel latte, offrendo una valida alternativa ai trattamenti tradizionali.
Uno studio pubblicato dal "PLOS One Journal" ha valutato l'efficacia dell'ozono come disinfettante per migliorare l'igiene e la biosicurezza nelle aziende agricole, in particolare contro i patogeni presenti nel letame bovino.
Per testare la sua capacità di eliminazione, i ricercatori hanno applicato ozono in forma acquosa e gassosa su diverse superfici contaminate (plastica, metallo, nylon, gomma e legno) e con differenti carichi microbici. I campioni sono stati trattati con concentrazioni variabili di ozono per tempi di esposizione compresi tra 2 e 8 minuti, valutando l'efficacia mediante coltura batterica.
I risultati hanno mostrato che l'ozono acquoso a 4 ppm è stato in grado di ridurre i patogeni a livelli sicuri (≥5-log10) su superfici lisce come plastica e metallo in soli 2 minuti. Anche su superfici moderatamente ruvide come nylon e gomma, l'ozono acquoso a 9 ppm ha ottenuto una riduzione efficace entro 2 e 8 minuti rispettivamente.
Uno studio pubblicato dal "International Journal of Food Microbiology" ha valutato l'efficacia dell'ozono nel controllo dei microrganismi responsabili del deterioramento durante la produzione di prodotti lattiero-caseari.
Per prevenire la contaminazione incrociata da microrganismi presenti nell'aria, un flusso di ozono è stato applicato sulla superficie dei vasetti di yogurt appena riempiti, mentre soluzioni saline ozonate sono state impiegate per la maturazione di formaggi bianchi di tipo feta. I ricercatori hanno monitorato costantemente il carico microbico e valutato le proprietà sensoriali dei prodotti trattati.
Nei campioni di yogurt trattati con ozono si è osservata una riduzione significativa delle muffe pari a circa 0,6 Log cfu/g (25,1%) rispetto ai campioni di controllo. I risultati suggeriscono che, con una corretta configurazione di tempo e concentrazione, l'ozonizzazione potrebbe rappresentare un approccio promettente per migliorare la sicurezza microbiologica di alcuni prodotti caseari.
Uno studio pubblicato dal "Agriculture and Agricultural Science Procedia" ha valutato l'efficacia dell'applicazione intrauterina di schiuma di ozono nel trattamento dell'endometrite puerperale nelle vacche da latte, condizione che compromette la fertilità.
La ricerca ha coinvolto 24 vacche Holstein e meticce, suddivise in due gruppi (gruppo Ozono e gruppo Controllo) e ha previsto il trattamento con schiuma di ozono in caso di diagnosi di endometrite. I campioni uterini sono stati raccolti per l'analisi batteriologica e le vacche sono state poi sottoposte a inseminazione artificiale dopo un protocollo ormonale.
I risultati hanno mostrato un effetto positivo dell'ozono: nel gruppo trattato, la metà delle vacche è rimasta gravida al primo servizio. Inoltre, il numero medio di dosi di seme necessarie fino alla gravidanza è stato inferiore nel gruppo Ozono rispetto al gruppo Controllo.
Uno studio pubblicato dal "Environmental Engineering Research" ha valutato l'efficacia di diversi processi di ossidazione avanzata per il trattamento delle acque reflue dell'industria lattiero-casearia, un problema rilevante per l'elevata presenza di composti organici come il lattosio.
A tal fine, sono stati testati metodi basati sull'ozono, la radiazione UV e le loro combinazioni con perossido di idrogeno (H₂O₂), utilizzando un reattore cilindrico dotato di sistema UV e iniezione di ozono. Il processo è stato ottimizzato variando tempo di reazione, pH, velocità di circolazione e dosaggio di H₂O₂.
Tra i risultati più promettenti, il processo combinato O₃/UV/H₂O₂ ha raggiunto un'efficienza di riduzione della domanda chimica di ossigeno (COD) pari all'88% e una riduzione del lattosio del 93,4%.Questi valori dimostrano che l'ozono, soprattutto se utilizzato in combinazione con UV e H₂O₂, è particolarmente efficace nel trattamento di queste acque reflue.
Uno studio pubblicato dal "Frontiers in Microbiology" ha valutato il problema della contaminazione ricorrente causata da biofilm di Bacillus spp. nell'industria alimentare, difficili da eliminare con i metodi di sanificazione tradizionali come il clean-in-place (CIP).
Per affrontare questa criticità, i ricercatori hanno testato l'efficacia dell'ozono gassoso (50 ppm) su ceppi di B. cereus e B. subtilis, sia in forma planktonica sia in forma sessile, isolati dal settore lattiero-caseario.
I risultati hanno mostrato una significativa riduzione delle cellule planktoniche, con B. subtilis particolarmente sensibile, fino alla completa inattivazione dopo 6 ore di esposizione. Inoltre, l'ozono ha dimostrato una buona efficacia nell'inibire e ridurre i biofilm di B. subtilis su superfici comuni come acciaio inox e polistirene. Questi risultati confermano il potenziale dell'ozono come alternativa “green” per migliorare i protocolli di sanificazione nel settore alimentare.
Uno studio pubblicato dal " Applied Sciences Journal" ha valutato il problema della contaminazione da patogeni umani nel letame liquido bovino, comunemente utilizzato come fertilizzante agricolo alternativo.
Per affrontare questo rischio, è stato progettato un sistema di trattamento continuo basato sull'uso di gas ozono (O₃), comprendente un generatore di ozono, un sistema di controllo della concentrazione, monitoraggio continuo e camere di sperimentazione. Diverse concentrazioni di ozono (43,26, 87,40 e 132,46 mg·L⁻¹) sono state diffuse nel letame per periodi di esposizione di 30, 60 e 120 minuti. I campioni raccolti nel tempo sono stati analizzati per valutare la sopravvivenza di Salmonella Typhimurium ed Escherichia coli O157:H7.
I risultati preliminari hanno mostrato che l'ozono alla concentrazione più elevata (132,46 mg/L) e con esposizione di 120 minuti ha portato a una riduzione significativa dei livelli di entrambi i patogeni.